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YOGA E COMPETIZIONE NELL'INDIA ANTICA

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  Nell’antica India, la competizione era sacra ed ogni occasione era buona per organizzare gare e tornei. I vincitori oltre ad essere onorati come eroi o semidei, ricevevano premi in denaro (monete d’oro, da cui, secondo gli storici indiani, l’abitudine di premiare con medaglie d’oro i vincitori delle gare sportive), cavalli, vacche, appezzamenti di terreno e, addirittura, mogli. Chiunque avesse raggiunto posizioni di prestigio nella società, compresi yogin e maestri spirituali, poteva essere sfidato in ogni momento, e pena il disonore, era obbligato a mettersi in gioco, dando prova, in pubblico, sia delle proprie abilità fisiche, sia delle qualità che all’epoca si riconoscevano in uno yogin: lealtà, coraggio, saggezza, intelligenza, erudizione ed arte oratoria. Gli “atleti-yogin” non si esibivano solo in sequenze acrobatiche o posizioni complesse, ma, al pari dei lottatori dell’epoca, si affrontavano in competizioni di Kho-Kho e Kabbadi. Kho-Kho e Kabbadi sono due antichissimi spo