YOGA E BRAZILIAN JUJITSU - Articolo del M° Mario Puccioni


Qualche giorno fa ci ha scritto Mario Puccioni, insegnante professionista di BJJ (Brazilian Jujitsu) e appassionato praticante di Yoga, per parlarci del nostro libro "Storia Segreta dello Yoga(https://www.amazon.it/STORIA-SEGRETA-DELLO-YOGA-Devozione/dp/1697773559).

-"[...] Un libro   che mi sarebbe piaciuto 30 anni fa" , ci ha detto -  della sua passione per lo yogaedel suo essere,principalmente,un ricercatore. Il suo pensiero ci è parso da subito in linea con le nostre idee e il nostro progetto di integrazione tra Yoga, Sport e Arti Marziali. Siamo lieti di pubblicare la sua testimonianza

Mi chiamo Mario Puccioni, 51 anni, blogger e ricercatore indipendente. Sono un insegnante professionista di BJJ ossia Brazilian Jiu Jitsu. Opero a Firenze e sono un antesignano di questo stile di combattimento nella mia regione. Abbracciai il Jiu Jitsu brasiliano (da NON confondere con il cosiddetto Ju Jutsu tradizionale) dopo un lungo percorso che mi portò a rigettare le arti marziali tradizionaliste intraprese nell'adolescenza, per sposare quelle funzionali, passando inizialmente dal Kung Fu a Muay Thai e Boxe, e approdando infine al Jiu Jitsu.

L'arte marziale del BJJ è diventata celebre dopo gli exploit all'UFC e oggi dal natio Brasile si è diffusa in tutto il mondo sull'onda dei successi che dimostrarono la tremenda efficacia di questa disciplina, la quale prevede il controllo al suolo dell'avversario e la sua resa via presa disabilitante (leve e strangolamenti). Come docente tengo la mia scuola saldamente ancorata alla sua formulazione originale, ossia per l'autoprotezione, cd. Old School, mentre la stragrande maggioranza dei club sono ormai transitati nel puro sport jitsu, l'autodifesa non più d'interesse. Seppur concentrati su metodologie finalizzate all'autoprotezione, i nostri affiliati Centurion sono comunque invitati a competere e abbiamo una squadra agonisti, perché lo scontro è necessario per restare coi piedi per terra così da mantenere efficace la pratica, laddove gli stili che hanno abolito il confronto hanno perso rapidamente l'applicabilità concreta. 

Senza l'aspetto agonistico, sia in accademia (sparring con avversari non collaborativi ed esperti) sia in competizione, e senza preparazione fisica adeguata, è impossibile far scaturire una valida difesa se attaccati fuori dalle confortevoli pareti del dojo, specie da persone più robuste di noi e davvero aggressive.

Sin dagli anni '90 mi sono interessato di arti “interne”, discipline focalizzate su respirazione e ascolto interiore. Ho cominciato con Yi Quan e Chi Kung, per poi incontrare lo Yoga al tempo in cui scoprii il BJJ all'inizio degli anni 2000. 

Nella scuola brasiliana c'è sin dall'epoca dei suoi principali fondatori ossia la famiglia Gracie di Rio de Janeiro, un forte interessamento per l'arte indiana, in particolare il Pranayama. Nel mondo sono moltissimi gli insegnanti di BJJ che studiano Yoga, e  oggi il ramo Gracie di Rickson e suo figlio Kron è tutt'ora molto coinvolto con lo Yoga, arte che in Brasile si è fusa con movimentazione ginnica al suolo di origine BJJ e ha dato origine  a svariate tipologie di ginnastica “naturale”.

Il Jiu Jitsu è un'arte molto fisica, dove si deve lottare anche per ore di seguito, con importanti volumi di lavoro a carico delle articolazioni e del sistema respiratorio. Come ho su detto, sin dalle origini i propugnatori del metodo si sono accorti di quanto fosse prezioso lo Yoga per migliorare il loro Jiu Jitsu, sia per agilità e flessibilità, sia per il recupero e per la strategica gestione della respirazione. Io pure ho avvicinato lo Yoga allo scopo di migliorare nel BJJ, e  lo pratico ogni singolo giorno, senza eccezione di sorta.  

Nella mia accademia di Firenze ho invitato docenti di Yoga per seminari, e sto cercando di implementare questa pratica nelle classi regolari (anche se al momento i lavori sono in corso), a oggi le asana sono praticate alla fine delle sessioni con fini di decompressione spinale e cool down.

Noi jitsuka siamo alla costante ricerca di metodologie pragmatiche, utili ai fini dell'efficacia in combattimento, e per questo io e altri insegnanti di BJJ crediamo molto nello studio dello Yoga, che reputiamo prezioso soprattutto nella prevenzione degli infortuni, nella gestione della respirazione e nello sviluppo delle resilienza. 

È mia opinione che sia importante arrivare a una diffusione della sinergia tra le due arti, le quali possono dare molto l'una all'altra. Come dottamente ricorda il blog yogaesport.blogspot.com, quello che oggi è noto come Yoga NON era cosa a sé stante ma piuttosto una parte integrante della arte di lotta Malla Yuddha. La dura pratica agonistica dell'uomo contro uomo, la ruvida competizione marziale così aborrita dagli yogi moderni, in realtà nell'India vedica era indispensabile.

 “La parola yoga viene solitamente tradotta con “unione”, essenzialmente significa integrazione della personalità a tutti i livelli: fisico, mentale, sociale, intellettuale e spirituale.”(cit.). 

Ebbene, è convinzione dello scrivente che nulla di più umano e pregnante ci sia del combattere corpo a corpo, e che una personalità per essere integrata debba NECESSARIAMENTE aver superato la paura del confronto fisico, la zavorra più pesante di ogni creatura vivente. 

Lo Yoga vuole reintegrare l'uomo nella sua naturale essenza. Ogni creatura in natura deve difendersi per sopravvivere, nella storia non è esistita nessuna cultura per quanto remota senza un insieme di tecniche marziali. 

Qual è l'arte marziale naturale? 

Il Jiu Jitsu brasiliano considera anche calci e pugni, ma è basato sul proiettare un uomo e finirlo al suolo, è lotta. Negli antichi testi hindu la lotta viene descritta quale Arte Divina, l'arte marziale innata dell'Homo Sapiens è fatta di avvinghiamenti, basta osservare dei bambini accapigliarsi per capirlo. 

La lotta intesa come corpo a corpo, come mix di proiezioni leve e strangolamenti, è attività pre-sportiva, cioè un qualcosa che esiste prima del filtro degli sport specifici, e accomuna tutte le genti in quanto caratteristica dei mammiferi che apprendono mobilità e relazioni gerarchiche proprio giocando a lottare. E' per questo che la lotta è presente ovunque, in quanto attività umana basilare alla pari della locomozione.

 “La competizione sportiva per gli indiani è una rappresentazione rituale delle gesta degli antichi eroi, un “gioco” nel quale non esistono nemici, ma compagni di viaggio grazie ai quali possiamo riconoscere i nostri limiti e sviluppare le nostre potenzialità”. [Cit. da "Storia Segreta dello Yoga"].

Ebbene, egregi, questa potrebbe tranquillamente essere la definizione di Jiu Jitsu.

 

Marzialmente,

Mario Puccioni 



Commenti

Post popolari in questo blog

Yoghiadi 2023

Yoghiadi nazionali 2023

Yoghiadi Nazionali 2022 - Risultati della Categoria Senior, Livelli Principianti, Intermedi ed Avanzati